Niente di mitologico, ma un animale raro e per questo spesso dimenticato, tanto che non ha neppure un nome comune italiano che sia universalmente accettato e, infatti, quando il 21 novembre 2015 la stampa ha ripreso la notizia del ritrovamento di un esemplare arenato sulla spiaggia di Broadbent, nel Queensland (Australia), lo ha chiamato "Drago blu", traducendo alla lettera il suo nome comune inglese (Blue dragon). Il Drago blu, che si dovrebbe chiamare Glauco atlantico (Glaucus atlanticus), è un piccolo mollusco del sottordine Aelodacea, famiglia Glaucidae, che si dice sia stato scoperto dall'esploratore James Cook ed è stato classificato da Johann R. Forster nel 1777.
La sua lunghezza non supera i 3 centimetri ma il suo aspetto è sconcertante in quanto può sembrare qualcosa di... magico o un personaggio dei cartoni animati, con tre coppie di pinne (cerata) simili ad ali o braccia su un corpo allungato da mollusco. Il glauco è translucido con una colorazione che va dal bianco all'azzurro intenso e costituisce una forma di mimetismo. Si fa trascinare dal vento e dalla corrente e vive in associazione ad alcune specie di sifonofori. Si nutre di idrozoi come la fisalia e la velella e ne immagazzina a scopo difensivo nei suoi cnidocisti i veleni che estrae dalle prede. Per questo motivo anche gli umani devono maneggiare i draghi blu con cautela poiché le loro punture sono dolorose.
Il glauco è pelagico e vive in acque temperate e tropicali nell'Atlantico meridionale, attorno all'Australia ed al largo del Mozambico.
|