Alla ricerca dell'Hobbit
Il primo studio scientifico sul piede dell'Homo floresiensis
Un team internazionale di paleoantropologi, archeologi e anatomisti ha reso pubblica nel maggio 2009 la prima analisi scientifica dedicata al piede fossile dell'Homo floresiensis, uno strano ominide ritrovato così chiamato perché ritrovato in una caverna dell'isola di Flores, in Indonesia, nel 2003, che per le sue ridotte dimensioni fisiche era alto circa 1,30 m è stato immediatamente ribattezzato dalla comunità scientifica internazionale "L'Hobbit", citando un noto personaggio fiabesco frutto della penna dello scrittore J. R. R. Tolkien.
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Piede dell'Homo floresiensis |
La particolarità del piede del nostro "Hobbit" sta nel fatto che strutturalmente ha una formula molto primitiva, che lo farebbe associare ad anatomie scimmiesche ma, al tempo stesso, la sua conformazione farebbe ipotizzare un'inequivocabile andatura bipede, più tipica dell'uomo. Lo studio è interessante poiché si inserisce nel dibattito tra coloro che ritengono che non esista un vero Homo floresiensis e le ossa ritrovate sarebbero da attribuirsi a membri di una tribù di ominidi di tipo già noto, vittime si malattie o di uno sviluppo anomalo, e coloro che invece ritengono che
l'H. floresiensis sia una specie diversa da quelle fino ad oggi classificate.
Le dimensioni del piede e la forma delle dita, soprattutto dell'alluce, richiamano quelle dello scimpanzé pigmeo e la sagoma di alcune parti fa supporre che questo ominide bipede dovesse però incontrare significative difficoltà nella corsa, un limite non da poco, stando alle teorie darwiniane sulla selezione delle specie.
Il piede dell'Homo floresiensis viene datato intorno al tardo Pleistocene, circa 17.000 anni fa, e presenta numerosi punti di contatto con altri ritrovamenti fossili, anche se al momento non è ancora stato possibile ricostruire un intero scheletro. |