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L'Accademia delle scienze della Yakuzia (Siberia, Federazione Russa) ha annunciato all'inizio del marzo 2016 di aver offerto la propria collaborazione al tentativo, da parte di un gruppo di ricercatori della Corea del Sud, in collaborazione con la Fondazione riunita di paleontologia molecolare, di clonare un leone delle caverne. L'idea si basa sull'estrazione del DNA da un esemplare mummificato di cucciolo di Leone delle caverne (Panthera leo spelaea), uno dei due rinvenuti nel novembre 2015 conservati dal ghiaccio circa 1.050 km a nord-est di Yakutsk, dove erano morti nel tardo Pleistocene, forse sepolti da una frana. L'uso spesso troppo disinvolto che l'inglese (e, soprattutto, l'americano) fa dei vocaboli "tiger" e "lion" aveva fatto pensare chi aveva letto i primi "lanci" della notizia che potesse trattarsi di cuccioli di Smilodonte, comunemente noto come Tigre dai denti a sciabola, che nella specie Smilodon fatalis era vissuto fino a 10.000 anni fa, anche se i suoi resti si riscontrano quasi esclusivamente nel Nord America. È certo, invece, che i due esemplari ritrovati e battezzati Uyan e Dina (dal fiume Uyandina) sono leoni delle caverne, profondamente diversi. Infatti, mentre le tigri dai denti a sciabola si inseriscono nelle linea evolutiva del Dinofelis, i leoni delle caverne sono a tutti gli effetti dei leoni che, tra l'altro, non vivevano necessariamente nelle caverne. Gli scienziati non sono ancora d'accordo nel decidere se esista un'unica sottospecie Panthera leo spelaea (sovrapponibile al Panthera leo vereshchagini o Leone delle caverne di Bering), vissuta dall'Europa all'Alaska, o se si debbano considerare sottospecie distinte il Panthera leo atrox o Leone americano e le appena citate sottospecie P. l. spelaea e P. l. vereshchagini.
Il leone delle caverne discende dal Leone fossile (Panthera leo fossilis) comparso in Europa circa 300.000 anni fa.
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