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Nell'attribuire ad un'area geografica lo "status" scientifico di continente, bisogna accettare una certa discrezionalità, poiché in quest'attribuzione si sommano valutazioni storico-politiche che non hanno alcun nesso con la geografia e la geologia. L'Europa e l'Asia in realtà costituiscono un unico continente, c'è l'Africa e ci sono l'America (in realtà costituita da due continenti, ma forse anche da un terzo, cioè la Groenlandia), l'Oceania e l'Antartide. Ora, recenti scoperte mettono in discussione i "confini" dell'Oceania, tradizionalmente comprendente l'Australia, la Nuova Guinea e la Nuova Zelanda. Recenti studi, condotti ovviamente in Nuova Zelanda (per inciso, la "vecchia" Zelanda è la regione più occidentale dei Paesi Bassi), fanno ritenere che l'arcipelago neozelandese non si possa attribuire all'Oceania, bensì, ad un ulteriore continente, chiamato Zelandia, Zealandia, Tasmantis o Tasmantide, che comprende anche la Nuova Caledonia ed alcune isole (diverse delle quali politicamente appartengono all'Australia).
La Zelandia, con una superficie di circa 4.920.000 km2 è il più grande tra i cosiddetti microcontinenti ma solo il 6-7% della sua superficie è costituito da terre emerse.
Da un punto di vista geologico, la Zelandia si sarebbe staccata dall'Antartide tra 85 e 130 milioni di anni fa e tra 60 e 85 milioni di sarebbe separata anche dall'Australia; 23 milioni di anni fa avrebbe assunto l'assetto che ha tuttora. Nel 2017 i geologi neozelandesi hanno prodotto i risultati delle loro ricerche, secondo le quali la Zelandia dovrebbe passare dalla condizione di microcontinente o frammento continentale a quella di continente a tutti gli effetti.
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