Certamente i cetacei si situano in una posizione piuttosto alta nella classifica della frequenza nella scoperta di nuove specie; a prima vista ci si potrebbe chiedere come un animale delle dimensioni di uno zifio, un capodoglio o una balenottera possa essere passato inosservato tanto a lungo ma dall'altra, quello che l'esploratore naturalista Folco Qulici aveva chiamato Sesto Continente, ciò il mare, è il più vasto e più "difficile" di tutti gli altri. C'è poi da aggiungere che molte delle nuove specie che si scoprono in continuazione sono realmente tali per caratteristiche morfologiche e genetiche ma le differenze che le distinguono da quelle già conosciute sono difficilmente percettibili ad un esame sommario.
È quanto è accaduto con quello che i giornalisti hanno subito battezzato "karasu" (corvo reale, ma anche nome di una creatura mitica del folklore nipponico), uno zifide, cioè una balena dal becco (che fa parte degli odontoceti, cioè cetacei dotati di denti) del genere Berardio (Berardius) . Un esemplare di questo raro mammifero marino è stato rinvenuto spiaggiato sull'isola di San Giorgio, nel mare di Bering; finora se ne sono potuti esaminare solo otto individui.
Benché le analisi genetiche debbano essere ancora completate e divulgate, l'esemplare studiato nell'estate del 2016 sembra essere un Berardio boreale (Berardius bardii), chiamato genericamente karasu o balena nera, ed è uno zifide tra i più grandi, potendo arrivare ad una lunghezza di 12-13 m (anche se quello rinvenuto è di 7,3 m), con un peso di 10-11 tonnellate. Non si può ancora escludere, però, che si tratti di una specie o sottospecie differente.
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