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La disponibilità di mezzi di indagine più potenti e sofisticati ha fatto sì che il Sistema Solare che più o meno dalla scoperta del sistema eliocentrico fino al 1930, quando l'astronomo Clyde Tombaugh aveva scoperto Plutone, era rimasto immutato ora sia diventato qualcosa di tutt'altro che statico. I pianeti, in ordine di distanza dal Sole, erano Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Plutone aveva reso il quadro meno certo, anche per la forma della sua orbita: Plutone, infatti, era stato definito "oggetto transnettuniano" in quanto, benché la sua orbita abbia il semiasse maggiore più lungo di quello dell'orbita di Nettuno, in realtà poi esso si avvicina alla stella del sistema più dell'altro pianeta. Osservazioni sempre più precise hanno consentito di misurarne il diametro in 2.370 km e, di conseguenza, il 24 agosto 2006 Plutone è stato riclassificato pianeta nano. Non è neppure il più grande perché Eris, scoperto l'8 gennaio 2005, ha un diametro, appena inferiore (2.326 km) ma la sua massa è del 27% più grande.
Così i pianeti solari tornavano ad essere otto ma all'inizio del 2016 si è diffusa la notizia della scoperta (ancora soltanto ipotizzata) di un nuovo Nono Pianeta. Questo corpo celeste, la cui possibile esistenza è stata annunciata dal Caltech (California Institute of Technology), non è stato avvistato per via ottica ma la sua esistenza è stata "ricostruita" sulla base delle perturbazioni delle orbite di alcuni oggetti della Fascia di Kuiper. Lo studio teorico attribuisce al pianeta un diametro dell'ordine dei 38.000 km ed una massa pari a dieci volte quella terrestre. La sua distanza dal Sole varierebbe da un minimo di 200 ad un massimo di 1.200 volte i valori minimi e massimi che separano il nostro pianeta dalla sua stella. Ciò significa che Ninth Planet avrebbe un anno pari a 20.000 anni terrestri.

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