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Lo hanno definito "il topo più solitario del mondo" e dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura è stato classificato nel 2016 come "in grave pericolo (probabilmente estinto)". Si tratta del Topo d'acqua etiopico (Nilopegamys plumbeus), uno dei pochi animali conosciuti grazie all'identificazione di un solo esemplare.
Chiamato anche ratto anfibio etiopico, è stato a lungo considerato come una variazione locale del Ratto dei guadi africano (Colomis goislingi), un roditore che dal punto di vista della conservazione della specie gode di una migliore salute. Le effettive correlazioni tra le specie Nilopegamys e Colomis non sono dimostrabili, dato che del primo si conosce un solo esemplare impagliato, classificato nel 1928 da Wilfred Hudson Osgood. Tutte le fotografie in circolazione che ritraggono uno di questi roditori in vita, sono da riferire in realtà al ratto dei guadi.
Il topo d'acqua è stato catturato da una trappola sistemata lungo un tributario del fiume Gilgel Abbai (Piccolo Nilo Azzurro), non lontano dal lago Tana nella regione nord-orientale dell'Etiopia, su un altopiano a 2.600 m d'altitudine, e spedizioni successive nella stessa area non hanno consentito di individuare altri esemplari. Questa regione, negli anni successivi, è stata adibita a pascolo e le sue condizioni sono state completamente stravolte.
L'unico esemplare conosciuto mostra un muride lungo circa 15 cm ai quali si devono aggiungere i 18 cm della coda; è presumibile che, come i ratti dei guadi, anche il Nilopegamis prediliga (o prediligesse) un ambiente ricco d'acqua. Il similare Colomis invece esiste in almeno cinque sottospecie che vivono in Angola, bacino del Congo, Camerun, Gabon, Kenya, Liberia, Ruanda e Zambia.
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