il mistero del Lake Champlain: ipotesi sull'esistenza di un famoso "mostro lacustre"
C'è una parte della zoologia segreta o misteriosa (criptozoologia) che si sovrappone allo studio del folklore contemporaneo (le cosiddette leggende urbane) ma, se come si usa dire, all'origine di ogni leggenda c'è sempre una verità, anche questi argomenti offrono spunti interessanti.
Va detto che praticamente non esiste lago (in qualche caso persino piccoli bacini artificiali) che non sia abitato, secondo la credenza popolare, da qualche misteriosa forma di vita. Dal punto di vista psicologico si può dire che il lago, nonostante alcuni territori ne siano letteralmente ricoperti, è per l'uomo una sorta di ambiente alieno, al tempo stesso affascinante e misterioso. Dal punto di vista della percezione, invece, bisogna ricordare che certe situazioni e punti di vista alterano la comprensione delle dimensioni, come nel caso più famoso di tutti che fa apparire il diametro della Luna che sorge molto maggiore di quello che è in realtà, probabilmente perché siamo abituati a vedere il satellite alto nel cielo e non basso sull'orizzonte.
Questa premessa (alla quale andrebbero aggiunte le sempre possibili falsificazioni intenzionali da parte dei testimoni) non significa che i "mostri
dei laghi", il più famoso di tutti è quello scozzese del Loch Ness, non esistano ma semplicemente che vanno considerati con grande prudenza.
Il 28 luglio 2004 un animale non identificato è nuovamente comparso
nel Lago Champlain, lo specchio d'acqua lungo 175 km che fa da confine tra lo stato di New York ed il Vermont, spingendosi fino in Canada. Cinque gitanti, su un motoscafo più o meno al centro del lago, hanno visto, tra spruzzi d'acqua, tre gobbe di un animale emergere dalla superficie del lago all'inseguimento di un gabbiano, per poi scomparire prima che uno dei turisti riuscisse a prendere la videocamera.
In effetti, la presenza di un animale non identificato (e, presumibilmente, non uno soltanto) nel lago non è una novità, visto che ne parlò per primo Samuel de Champlain, l'esploratore cui il lago deve il nome, nel 1609, descrivendolo come un serpente lungo sei metri, largo quanto un barile e con la testa simile a quella di un cavallo. Gli studiosi di Champ, peraltro, ritengono che questa citazione sia apocrifa e compaia per la prima volta nel 1960; il riferimento, tuttavia, non è del tutto inventato, visto che de Champlain vide qualcosa del genere nell'estuario del San Lorenzo.
Le prime segnalazioni sono attribuite ai pionieri che si insediarono a Port Henry, nella parte meridionale del lago nel 1819 ed una successiva descrizione viene dal personale di un treno presso Dresden, nel 1873. Nel 1883 lo sceriffo della contea di Clinton avvistò un presunto rettile della lunghezza di 7,60-9,15 m; questo particolare della lunghezza è importante, in quanto nessun testimone ha riferito dimensioni favolose. Nel 1945 un uomo disse di aver raccolto un "cucciolo" di rettile sconosciuto della lunghezza di 35 cm ma si pensò che avesse trovato una qualche specie di salamandra.
Joseph W. Zarzynski, fondatore della Lake Champlain Phenomenon Investigation, sta studiando gli avvistamenti da più di un ventennio e nel 1986 ha organizzato una vera e propria spedizione scientifica della durata di 31 giorni, senza però poter ottenere informazioni conclusive. Gli avvistamenti catalogati da Zarzynski sono più di 200 e gli assertori dell'esistenza di un qualche grande animale nel lago sostengono che lo specchio d'acqua, con la sua profondità massima di 120 metri, l'abbondante presenza di pesce e la possibilità di comunicare con l'Oceano Atlantico attraverso il San Lorenzo, potrebbe sostenere una colonia di grandi animali acquatici.
Per Champ esiste anche un'evidenza fotografica: il 5 luglio 1977 Sandra Mansi, il marito e due figli, durante una gita videro, da circa 45 metri, incresparsi le acque del lago e quindi emergere una testa ed il relativo collo. La Mansi prese una fotocamera amatoriale Instamatic e scattò una foto all'animale che ritenne emergere dall'acqua per circa 1,80 metri con una lunghezza della parte immersa tra 3,6 e 4,6 metri. In tutto la visione non durò più di quattro-sette minuti e la Mansi non ebbe modo di scattare altre foto.
La maggior parte degli analisti ha giudicato autentica la foto ed esclude la frode deliberata. L'immagine, però, non è rivelatrice, in quanto mostra un oggetto di colore bruno non facilmente riconducibile alla descrizione che ne ha dato la testimone. Peter Saders, esperto della Kodak per questo tipo di fotocamere, ha analizzato l'immagine ed è giunto alla conclusione che l'oggetto esca dall'acqua per un'altezza stimabile tra 0,75 e 2,5 m e possa essere la pinna caudale di un animale acquatico.
Lo zoologo italiano Lorenzo Rossi, considerando la foto di Sandra Mansi e l'analisi di Peter Saders, ha ritenuto che, se si vuol considerare l'immagine come autentica e riferita ad un animale acquatico, più che il capo ed il collo si potrebbe riconoscere una pinna caudale come quella di un cetaceo. Una tesi che riscuote un certo successo è che si tratti di un Basilosauro (Basilosaurus cetoides), del quale si sono trovati fossili in Louisiana risalenti a 36-40 milioni di anni fa. Quest'animale estinto è interessante in quanto è considerato un progenitore delle balene ed il suo nome gli fu dato erroneamente nel 1843 da Richard Harlan che non si rese conto di avere di fronte lo scheletro di un mammifero e lo scambiò per un sauro.
In ogni caso, se Champ esiste come è descritto, difficilmente potrebbe essere un B. cetoides o un B. isis, in quanto questi animali sembrano essere un po' troppo antichi e troppo grandi (circa 15 metri di lunghezza per le femmine e 18 per i maschi) ma, in ogni caso, per approfondire l'argomento bisognerà disporre di ulteriori prove che ci dicano che non siamo di fronte ad uno storione, ad una grossa lontra o ad una foca.
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