Il delfino nero simile all'orca
Recenti fenomeni di spiaggiamenti di cetacei, avvenuti nel 2008 e nel 2009, hanno avuto come protagonisti degli animali sbrigativamente identificati dai notiziari come "balene" o come "orche" o, peggio ancora, come "orche assassine", con questa brutta definizione che attribuisce all'orca un aggettivo che non le compete e che è solo una cattiva traduzione dell'inglese "killer whale" (balena che uccide, come nome proprio e non come qualifica).
In molti casi, però, gli animali marini di colore molto scuro o nero non erano orche bensì un diverso tipo di delfinide.
Stiamo parlando, infatti, della Pseudorca (Pseudorca crassidens), affine alla feresa ed al peponcefalo che, però, sono molto più piccoli, ed ai globicefali, di dimensioni analoghe. Tutti questi animali sono chiamati anche Delfini neri e di essi fa parte anche la stessa orca che, però, oltre che per le dimensioni (che sono le maggiori di tutto il gruppo), ha svariate caratteristiche differenti, a cominciare dalla pina dorsale più alta e verticale e dalle macchie bianche.
Le pseudorche hanno una distribuzione molto ampia che è più scarsa solo nei mari più freddi ed in quelli più "chiusi", come il Mediterraneo ed il Mar Rosso. Questi delfini non sono minacciati d'estinzione, pur essendo una specie considerata rara, e vivono in branchi che comprendono da 10 a 100 individui ma possono arrivare facilmente anche a 300 o più. Gli adulti hanno una lunghezza tra 4,3 e 6 m e pesano tra 1,1 e 2,2 tonnellate.
Pur avendo una dieta abituale di calamari e pesci, si nutrono anche di piccoli di cetacei di altre specie (in genere non superiori ai 60 cm di lunghezza); non si può, però, considerare un animale particolarmente aggressivo ed è facilmente addomesticabile. Le cause del fenomeno dello spiaggiamento non sono state ancora determinate e vi sono solo delle ipotesi.
Non vi è alcuna prova che ne dimostri l'intenzionalità e, quindi, non è possibile parlare di suicidio. Pseudorche riportate al largo tendono a ritornare verso riva mentre altre si allontanano e riprendono la loro attività normale. Alcuni esemplari morti all'esame autoptico sono risultati infestati da parassiti che potrebbero essere responsabili di turbe dell'equilibrio e dell'orientamento; un'altra convinzione diffusa è che i segnali sonar prodotti dalle navi militari, da quelle da pesca e dai sottomarini possano anch'essi creare delle interferenze. Finora non vi è stata possibilità di studiare questi fatti con il necessario approfondimento.
In effetti, le sorgenti di segnali sonar sono conosciute o facilmente rintracciabili ed anche in presenza di segnali emessi da fonti "riservate" (all'epoca della Guerra Fredda vi erano stazioni sottomarine fisse che impiegavano sistemi acustici per rilevare i movimenti delle unità navali subacquee e di superficie), non sarebbe difficile, in occasione di spiaggiamenti, verificare con ricevitori eventuali attività di segnali subacquei. |