Uscito dalla leggenda, appare con sempre maggiore frequenza
Uno degli archetipi della mitologia e della letteratura fantastica è il "mostro marino", descritto sotto forma di enorme serpente, di smisurato cetaceo, di piovra immane o di calamaro gigante.
Quest'ultimo, tuttavia, non è un mito: è un cefalopode conosciuto dalla scienza, esistente in svariate sottospecie, molte meno rare di quanto per lungo tempo si sia creduto
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Una presenza crescente
L'attività di caccia alle balene è da qualche anno ridimensionata, per cui i resti di calamari che avevano costituito il pasto dei cetacei sono più rari ma non diminuiscono i ritrovamenti di calamari spiaggiati che, anzi, stando a quanto afferma la Food and Agricultural Organisation delle Nazioni Unite, sono aumentati.
In realtà è difficile valutare scientificamente un fenomeno così elusivo come la diffusione degli Architeutis e animali assimilabili che vivono nei mari: c'è, ad esempio, chi afferma che il numero degli esemplari che si arenano sulle spiagge stia crescendo a causa dell'innalzamento della temperatura dell'acqua, ma c'è anche chi afferma il contrario, portando a sostegno della sua tesi il fatto che i rinvenimenti sono soprattutto nelle regioni nordiche, bagnate dai mari più freddi.
Il Dr. George Jackson, dell'Institute of Antarctic and Southern Ocean, ha esaminato gli esemplari trovati recentemente in Tasmania e ritiene che la loro diffusione sia da attribuire alla diminuzione, a causa della pesca, dei principali nemici dei cefalopodi, come capodogli e tonni. |