È indubbio che canidi e felidi, per le interazioni che queste famiglie hanno da millenni con l'uomo, suscitino sempre particolare interesse ed è per questo che se ne parla molto, con frequenti scoperte e nuove ipotesi. In questo caso, però, si tratta della segnalazione di potenziali generi ancora da classificare che non rientrano nell'attualità in quanto, nel caso della specie africana, si trova una citazione nelle "Relazioni del viaggio e missione di Congo" di padre Antonio Zuchelli del 1712, mentre le notizie sulla specie asiatica si devono a memorie di Pierre M. Heude del 1892.
Le informazioni che provengono dal bacino del Congo, dall'Etiopia meridionale e dall'area del Capo di Buon Speranza fanno riferimento ad un canide chiamato Mebbia o Cane selvatico del Congo. L'animale, che sembra non essere riconducibile al Basenji o Cane del Congo, è descritto come simile ad un levriero che si riunisce in branchi che arrivano a 30-40 individui ed attaccano qualsiasi altro animale ma non l'uomo; è possibile che si tratti del Dhole o Cuon (Cuon alpinus), noto anche come Cane rosso o Cane selvatico asiatico, la cui diffusione nota, peraltro, è limitata all'Asia; altrettanto possibile è che si tratti del licaone.
La stessa identificazione con il Cuon alpinus lepturus potrebbe applicarsi anche al canide descritto da Heude; in effetti, il missionario e zoologo francese lo chiama Cane cantante senza coda (Anurocyon clamitans), mentre il cuon, più affine ad un licaone che ad un cane, si caratterizza per una folta coda. Reginald I. Poccock, zoologo inglese, peraltro ipotizza che la descrizione di Heude vada intesa come "con una coda meno vistosa" di quella abituale del Cuon alpinus, spiegabile con una mutazione stagionale. Quindi cuon con pelliccia estiva o specie differente? Il dibattito rimane aperto.
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