Chi fosse convinto che sia ormai impossibile scoprire specie sconosciute di grandi mammiferi è servito: alla fine del 2013 è stata annunciata l'identificazione del Tapiro pigmeo (Tapirus kibonami) che, nonostante il nome, ha una stazza media attorno a 100-110 kg.
La storia di questa scoperta è curiosa: infatti, il naturalista e zoologo esploratore Marcus van Roosmalen, oltre ad aver scoperto il Lamantino pigmeo (Trichechus pygmaeus), la cui classificazione è tuttora oggetto di discussione, era convinto di aver identificato un Tapiro pigmeo di pianura che aveva chiamato provvisoriamente Tapyrus pygmaeus, senza peraltro ottenere il riconoscimento della comunità scientifica. Con una ricerca indipendente da quella di van Roosmalen ma nella stessa area nel cuore dell'America Latina, l'équipe del prof. Mario A. Cozzuol ha localizzato e classificato questo tapiro nell'area più occidentale dell'Amazzonia brasiliana.
Si tratta della prima scoperta di una specie di tapiro dal 1865. Come spesso accade, un cranio parziale di questo tapiro pigmeo era noto già dal 1912 (apparteneva alla collezione di Theodore Roosevelt) ed è ora all'American Museum of Natural History di New York ma non era stato riconosciuto come differente.
Il "nuovo" tapiro ha una lunghezza attorno a 1,30 m ed è alto 90 cm alla spalla e presenta anche altre differenze morfologiche rispetto al più noto "fratello maggiore" Tapirus terrestris.
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