Soprannominato "il cervo dai denti a sciabola" o "cervo vampiro", in realtà il mosco non è un cervide ma un artiodattilo più antico, con importanti differenze rispetto al cervo, prima fra tutte l'assenza di corna. Un tempo considerato come una variazione del mosco alpino, da qualche anno il Mosco del Kashmir (Moschus cupreus) è stato riclassificato come una sottospecie a se stante; in passato quest'animale, riconoscibile perché il maschio ha due zanne scoperte che escono dalla mascella superiore (infatti sono i denti canini), era piuttosto diffuso ma attualmente è in pericolo di estinzione.
Di dimensioni relativamente piccole (è alto circa 60 cm alla spalla), è originario della regione del Kashmir e se ne ritrovavano colonie nel Pakistan e nella regione afghana del Nuristan nella quale, però, non era stato più avvistato dal 1948. Vi sono stati, in realtà, alcuni sporadici incontri e recentemente, nel 2009, è stata rinvenuta una femmina, uccisa da un bracconiere. Nel novembre 2014, però, a conclusione di un'accurata ricerca, gli zoologi che studiavano la fauna afghana sono giunti alla conclusione che nelle regioni sud-occidentali (appunto il Nuristan) questa sottospecie di mosco sia ancora presente. Purtroppo, la minaccia alla sua sopravvivenza è forte a causa del bracconaggio, in quanto il mosco ha delle ghiandole la cui secrezione è utilizzata per la preparazione di profumi.
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