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L'Orso dell'Atlante (Ursus arctos crowtheri) rientra tra i soggetti preferiti dalla criptozoologia in quanto questa sottospecie di orso bruno si ritiene estinta in tempi relativamente recenti, con l'ultimo esemplare ucciso nel 1870 sui monti Tetouan; tuttavia, come sempre avviene per animali estinti in un'epoca vicina alla nostra, resta sempre la possibilità (o la speranza) che qualche individuo possa esistere ancora.
L'orso dell'Atlante era una sottospecie di orso bruno – anche se qualche zoologo preferisce considerarlo una specie a se stante – la cui presenza, in Africa Settentrionale nell'area della catena dell'Atlante, è solitamente spiegata in due modi. La tesi più seguita vuole che si trattasse di una sottospecie affine, dal punto di vista genetico, all'Orso polare (Urusus maritimus), stabilitasi in Spagna, dove, durante il Paleolitico, viveva nelle caverne dell'Andalusia. Questi orsi ispanici sarebbero stati catturati dai romani e trasferiti in Africa o vi sarebbero arrivati in modo autonomo (lo stretto di Gibilterra è di soli 14 km). La seconda ipotesi, invece, è che vi fosse stata una migrazione da est di Orsi bruni siriani (Ursus arctos syriacus) che avrebbe incontrato l'orso bruno eurasiatico nelle aree degli odierni Marocco ed Algeria, ibridandosi.
Questo plantigrado, che viveva tra il Marocco e la Libia, aveva pelliccia di colore marrone scuro, più rossiccio nelle parti ventrali; era lungo attorno a 2,75 m e pesava 450 kg.
Nel marzo 2016, nella foresta di Tissemsilt, in Algeria, è stato filmato un animale che, certamente, richiama l'aspetto di un orso bruno, anche se la bassa definizione del filmato non consente alcuna certezza. Altri ricercatori nello stesso periodo hanno fotografato una iena striata (Hyaena hyaena), frequente in tutta l'Africa, resa poco riconoscibili da una malattia dermatologica ed affermano che possa trattarsi del "presunto orso"....
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