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In queste stesse pagine ci è capitato di commentare come si scoprano continuamente nuove specie e sottospecie che non sempre riguardano piccoli animali o invertebrati e talvolta si tratta di grandi mammiferi. Una delle scoperte più recenti riguarda, addirittura, quello che nella cultura popolare è definito "il re degli animali", quello che nel pleistocene era il più diffuso tra i grandi mammiferi: il Leone (Panthera leo).
In effetti, è doveroso dire che una vera e propria rivoluzione nella classificazione è avvenuta grazie alle tecniche dell'analisi genetica e non si può ignorare che vi siano biologi secondo i quali l'analisi del DNA è solo un criterio per stabilire l'identità di una specie ma non l'unico. Si verificano, infatti, casi nei quali due animali apparentemente molto simili come morfologia presentino sequenze di DNA piuttosto differenti, mentre animali dal notevole dimorfismo risultino poi essere, stando al DNA, solo popolazioni differenti di una stessa sottospecie.
Indipendentemente da tutto ciò, non può non aver creato sensazione l'annuncio, dato il 21 ottobre 2012 dall'University of York e dal Max Planck Institute, sull'analisi del DNA dei leoni dello zoo di Addis Abeba (Etiopia) e sono giunti alla determinazione che si tratti di una sottospecie distinta dalle altre. Le differenze morfologiche sono particolarmente apprezzabili negli esemplari maschi che, in particolare, hanno una sorta di "doppia criniera". Infatti, attorno a quella che vediamo in tutti i Panthera leo leo, ce n'è una più scura e più ampia che prosegue sul petto e sul ventre.
In realtà dell'esistenza di una sottospecie di leone abissino o etiopico si era già parlato più di un secolo fa e lo si era indicato come Felis leo roosevelti dopo che l'imperatore d'Etiopia Menelik II ne aveva regalato un esemplare al presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt nel 1904. Questa classificazione, però, in seguito era caduta.
Al momento non è stato ancora stabilito se il leone etiope (del quale si conoscono solo gli esemplari dello zoo di Addis Abeba, non più di una ventina, anche se si sospetta che ne possa esistere ancora qualcuno allo stato selvatico) si dovrà chiamare Panthera leo roosevelti, Panthera leo aethiopicus o in qualche altro modo. |