Pochi animali hanno legato la loro vita a quella dell'uomo quanto il cavallo ed il cane. Mentre il primo, soprattutto per un fatto di dimensioni, allo stato selvatico non può sfuggire facilmente all'osservazione, la stessa cosa non avviene per i cani selvatici e i lupi, dei quali esistono (o esisterebbero) molte specie che non è stato ancora possibile studiare e classificare con certezza.
È il caso del Lupo delle Ande, chiamato anche Lupo gigante delle Ande o Lupo di Hagenbeck o Cane selvatico delle Ande dalla criniera.
Di questo canide si può dire ancora molto poco e la sua scoperta si fa risalire all'acquisto nel 1927, da parte di Lorenz Hagenbeck (commerciante di animali tedesco), di una pelliccia da un venditore di Buenos Aires (Argentina) che ne aveva tre esemplari, attribuiti ad una specie di cane selvatico della catena delle Ande. Il reperto fu trasferito in Germania dove poté essere studiato dal Dr. Ingo Krumbiegel (zoologo specializzato in mammiferi) che giunse alla conclusione che dovesse trattarsi di una specie non ancora classificata. Nel 1947 Krumbiegel mise la pelliccia in relazione con un cranio che aveva rinvenuto una decina d'anni prima (ed in seguito smarrito durante il periodo bellico), lungo 31 cm, almeno 7 in più della lunghezza media di quello del Crisocione (Chrysocyon brachyurus), il più grande canide dell'America Meridionale, e per questo lo chiamò Oreocyon hagenbecki , correggendo poi il nome in Dasycyon hagenbecki. La pelliccia di questo fantomatico lupo andino si trova ancora al Museo zoologico di stato di Monaco di Baviera (Germania) e, in tempi più vicini a noi, è stata tentata un'analisi del DNA benché il campione fosse stato molto contaminato: non vi fu alcun risultato decisivo ma non è stato possibile dissipare il sospetto che la pelle fosse di un pastore tedesco domestico. Un altro aspetto che depone a favore dell'errato riconoscimento di una specie comune è il fatto che tra le popolazioni indigene delle Ande non si riscontrano, a livello di tradizioni popolari, descrizioni di animali di questo tipo. Gli araucani parlano di un "lofo-toro" (lupo toro) ma non vi sono elementi che possano ricondurre questa creatura leggendaria al reperto di Hagenbeck.
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