Forse il modo più corretto di porre questa domanda sarebbe: si è veramente del tutto estinto il Lupo di Honshu? Ufficialmente ci sarebbe una data precisa: l'ultimo canide positivamente identificato come Canis lupus hodophilax è stato ucciso il 21 gennaio 1905 nella prefettura di Nara, sull'isola di Honshu (Giappone); esistono, però, indicazioni della possibile sopravvivenza di piccole colonie anche se non è possibile dire di quanti individui e se ve ne siano ancora oggi.
Il Lupo di Honshu è noto con una moltitudine di nomi: Lupo giapponese, Lupo giapponese nano, Yamainu (o cane di montagna), Lupo di Hondo e in altri modi ancora. In verità non tutti sono convinti che si tratti realmente di un lupo, anche se questa classificazione dello zoologo olandese Coenraad Jacob Temminck del 1839 è generalmente accettata. Questo lupo giapponese è decisamente più piccolo della specie eurasiatica e c'è chi ritiene che possa essere semplicemente una forma nana, come spesso avviene in specie insulari, o si tratti, invece di una sottospecie di sciacallo.
In ogni caso il C. l. hodophilax è molto probabilmente una vera sottospecie di lupo, dal pelo più corto e di colore rossiccio, di peso vicino ai 20 kg.
Due esperti ricercatori giapponesi (Yoshinori Imaizumi e Mizuko Yoshiyuki) hanno potuto studiare a fondo, nel 2000, le fotografie della carcassa di un canide abbattuto nell'agosto 1910 a Matsuidara (e risultato pesante di 18,7 kg) e sono giunti alla conclusione che si trattasse di un lupo di Honshu. Di queste canidi a lungo non si era più parlato, ma nel 1934 a Honshu ne era stato avvistato un branco, mentre nel 1936 era stato notato un cucciolo. Dal 1940 in poi si sono avute ulteriori segnalazioni, anche se nessuna poté dirsi probante. Più interessante, invece, una serie di fotografie di un esemplare singolo in libertà scattate l'8 luglio 2000.
Si può dire, con ragionevole certezza, che almeno fino al 1910 vivesse sull'isola di Honshu (la più grande dell'arcipelago giapponese) almeno qualche sparuta colonia di questi piccoli lupi; la sopravvivenza della sottospecie anche in questo secolo, però, appare quanto meno problematica. |